CoMETA storia di successo con la sicurezza al centro

Intervista a Enzo Anselmi


L’eccellenza non è un’azione, ma un’abitudine. Come entrare in casa, o in una banca, in assoluta sicurezza e con la massima semplicità. È nientemeno che Aristotele ad ispirare Cometa, azienda di Tavarnelle leader nel settore dei sistemi di sicurezza che da oltre trent’anni studia e produce soluzioni anti rapina e anti intrusione.

Se entrate in una qualsiasi banca in gran parte d’Italia e passate dalla ormai familiare “bussola”, il cilindro con porte girevoli di vetro che regola l’ingresso dei clienti, è molto probabile che questa sia stata prodotta nello stabilimento di Sambuca.

La storia di Cometa

Le origini risalgono alla metà degli anni ‘80, quando Enzo Anselmi, originario di Monterchi in provincia di Arezzo, si trasferisce a Barberino Val d’Elsa. Dal 1979 ha già avviato assieme al fratello Paolo l’attività nel settore, brevettando un’elettroserratura di sicurezza per uso intensivo che farà da apripista in un mercato ancora tutto da esplorare.

«L’azienda nasce per soddisfare la necessità di un prodotto che non esisteva – racconta Anselmi. Quella prima elettroserratura di sicurezza ha fatto da traino per tanti anni, un prodotto che nel tempo ha consentito la creazione di una gamma di oltre 200 modelli».

Grazie all’esperienza maturata, l’azienda passa dallo sviluppo della componentistica a quello dei prodotti finiti, con la realizzazione di soluzioni complete.

Un salto, quello dalla singola serratura alla porta automatizzata e dotata dei più moderni sistemi di sicurezza e identificazione (come la registrazione biometrica dell’impronta che può essere messa a disposizione dell’autorità giudiziaria in caso di evento criminoso), che impone Cometa come leader di un mercato che negli anni conosce molto sviluppo e poca crisi.

«Il nostro – spiega Anselmi – è un settore di nicchia e le crisi le abbiamo sentite sempre di riflesso. Tranne l’ultima, che ci ha toccati di più perché per la prima volta ha investito il comparto bancario, nostro principale cliente».

Il mercato che cambia, sfide per il futuro

Il mercato di riferimento è oggi in contrazione, come dice lo stesso titolare, ed i motivi sono principalmente due: il primo è legato alla chiusura di tanti sportelli bancari a seguito della crisi, il secondo è collegabile alla vera e propria “guerra al contante” avviata negli ultimi anni dalle autorità monetarie europee e mondiali.

La gente ha sempre meno bisogno di andare in banca, che quindi diventa anche meno “appetibile” per i criminali e, di conseguenza, ha meno necessità di blindarsi.

È un vero e proprio passaggio d’epoca, che sta portando verso un concetto di banca più “leggera” e accessibile, ma non per questo meno sicura.

Anzi, spiega Anselmi, è proprio in questo campo che Cometa sta giocando la partita più importante, quella dell’innovazione, con sempre maggiori investimenti in ricerca e sviluppo (attualmente l’azienda può contare su un reparto R&S composto da una decina di ingegneri) per l’individuazione di nuove soluzioni e sistemi che saranno meno invasivi ma più presenti, più sofisticati e più efficaci.

Negli anni il bisogno di sicurezza si è allargato ad altri soggetti oltre alle banche e per questi nuovi clienti – palestre, soprattutto nel nord Europa, siti industriali, data center – è stato studiato un ventaglio di soluzioni innovative. Si guarda anche al settore civile, al residenziale di alto livello, con una serratura che si richiude da sola risolvendo il problema a chi si dimentica di dare le mandate. Crescono le esigenze dei clienti, insomma, ed aumentano le soluzioni offerte.

«La nostra forza – prosegue Anselmi – sta nel fatto di essere un unicum sul mercato, perché produciamo sia il componente che la soluzione completa e negli anni siamo riusciti a conquistare la fiducia dei nostri clienti, tra questi tutti i gruppi bancari più importanti. È un settore in cui non ci si inventa dal nulla e men che meno ci si improvvisa».

Il Gruppo CoMETA

Il gruppo Cometa, strutturato su cinque società, ha novanta dipendenti, quasi tutti residenti nel Chianti. Il legame con il territorio è molto forte, sebbene con alcune difficoltà, che Anselmi riconduce principalmente al mancato sviluppo infrastrutturale della zona. Carenze che riguardano soprattutto la rete informatica, che secondo i vertici dell’azienda dovrebbe essere adeguata a standard di elevata efficienza.

«Fino a qualche anno fa – spiega – lavoravamo solo per l’Italia, ma oggi i nostri confini si sono allargati e ci rapportiamo con un mercato mondiale. Confidiamo nello sviluppo infrastrutturale, con una rete dati all’altezza».

Intanto Cometa non si perde d’animo, anzi raddoppia, continuando gli investimenti sul territorio. Tra pochi mesi sarà pronta la nuova area di produzione, accanto all’attuale sede: 14mila metri quadrati in cui sarà trasferito il comparto produttivo (nel vecchio stabilimento rimarrà la parte di servizi e quella commerciale).

Articolo di Matteo Morandini, intervista apparsa sul settimanale Chiantisette (DMAIL GROUP S.p.A), venerdì 16 febbraio 2018.