Le gioiellerie al centro del micro-crimine

Servono sempre più sistemi di sicurezza integrati ed evoluti


Stando al "Rapporto intersettoriale sulla Criminalità predatoria 2016" di OSSIF - Centro di Ricerca dell’Associazione bancari italiani sulla Sicurezza Anticrimine, i furti commessi ai danni delle gioiellerie nel corso del 2015 sono stati 387, in pratica uno al giorno. Un dato allarmante, pur segnando un miglioramento rispetto al 2014, anno in cui il numero dei reati fu superiore del 12% (come riportato sulla rivista Sicurezza di novembre 2017).

Le minacce si manifestano in molteplici modi, dagli attacchi spettacolari ed elaborati fino ai piccoli furti. Lo stesso vale per gli orari, la cronaca parla spesso sia di rapine in pieno giorno, compiute durante gli orari di apertura, sia di furti notturni.

Grazie all'evoluzione di soluzioni per la sicurezza come: porte blindate, sistemi a porte interbloccate, metal detector, video sorveglianza, ecc. i crimini si stanno spostando molto nelle ore notturne, ore in cui è possibile agire con più libertà e senza il diretto coinvolgimento di personale dipendente, clienti o vigilanti. Lo confermano anche le parole di Marco Martino, Capo della Squadra Mobile di Torino: "oggi il criminale è più orientato a effettuare furti, magari in serie, superando barriere più modeste come muri e tramezzi all’una di notte, per arrivare a esportare il contenuto di una cassaforte o di armadi blindati all’interno di un negozio di preziosi".

In base ai dati, le rapine colpiscono indifferentemente sia i piccoli centri che le grandi città e, nel caso delle seconde, non soltanto le zone periferiche, ma persino il centro storico. In questi casi, il comportamento delle bande può risultare totalmente imprevedibile: se spesso cercano di muoversi con la massima discrezione, in gruppi organizzati molto ristretti e vestiti in modo tendenzialmente elegante per non dare nell’occhio, non mancano situazioni in cui danno vita ad azioni a tutti gli effetti cinematografiche.

I modus operandi infatti possono essere, discreti oppure estrosi. In entrambi i casi i colpi più importanti (quelli milionari) sono spesso effettuati da bande in grado di muoversi su scala internazionale.

Flash di cronaca

Milano - Ha fatto scalpore la rapina milionaria che, un anno fa circa, nel cuore del Quadrilatero della moda, ha colpito in pieno giorno una gioielleria di via Montenapoleone: gli arrestati avevano adottato le stesse modalità operative della banda dei “Pink Panthers”, specializzata in colpi grossi dei negozi di gioielli delle maggiori città europee. Dopo avere finto di essere normali clienti, il gruppo di criminali entrato in azione, a seguito di un sopralluogo effettuato qualche giorno prima, ha saputo agire in tempi rapidi, con estrema determinazione e precisione operativa, legando mani e piedi della dipendente della gioielleria con delle fascette di plastica, ritardandone la possibilità di dare l’allarme una volta conclusa la rapina. I malviventi, che si sono rivelati serbi, hanno avuto la “sfortuna” di trovare una commessa che conosceva la loro lingua e che ha capito una parola che si sono scambiati, permettendo di stringere il cerchio delle indagini. Contemporaneamente, è risultata importante la raccolta immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, che hanno consentito di seguire i malviventi durante le prime fasi della fuga.

Firenze - Rapina in una famosa gioielleria del centro storico, il 18 ottobre 2017. A fine mattinata, due uomini sono entrati in negozio minacciando titolare e dipendente, successivamente legati con delle fascette di plastica. Preoccupazione da parte di tutti gli esponenti politici e di categoria, il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni ha dichiarato: “A sconvolgerci è in particolare la violenza con cui la rapina si è consumata, oltre al fatto che via Vacchereccia si trova a due passi da piazza della Signoria“.

Siena - Una rapina con retroscena violento messa a segno il 14 novembre 2017 sera, in una gioielleria del centro commerciale in piazzale Rosselli. Secondo quanto ricostruito dalla polizia, i rapinatori, due uomini a volto scoperto, intorno alle 21 sono entrati nel negozio e hanno aggredito la commessa che era intenta a spegnere le luci. Poi, minacciandola, l'hanno costretta ad aprire la cassaforte e, dopo averle legato le braccia con fascette di plastica e averla chiusa in un magazzino, sono fuggiti portando via gioielli, diamanti e denaro contante. A dare l'allarme è stato un vigilante del centro commerciale che ha trovato la commessa chiusa a chiave e legata nel magazzino. Ancora da quantificare il bottino della rapina.

Parigi - Qualche anno fa, con l’obiettivo di coprire la propria fuga, sono stati utilizzati a Parigi da una banda di ben quindici rapinatori, muniti di asce per spaccare le vetrine espositive di una rinomata gioielleria di rue de la Paix, uno dei poli del lusso della capitale francese.

Più sistemi di sicurezza in parallelo

L'importanza di installare più sistemi di sicurezza in parallelo diventa sempre più importante, un vero e proprio deterrente che può distogliere i criminali dal compiere l'atto, o in molti casi rallentarne l'agire e quindi: ridurre il bottino complessivo, evitare la presa di ostaggi, mettere in fuga anticipata i malviventi, ecc.

Se da un lato le telecamere stanno diventando un "must" in tutti i sistemi di sicurezza, dall'altro ogni Security Manager sa che la videosorveglianza da sola non può bloccare il malvivente, e quindi servono soluzioni di:

  • Controllo Accessi (vedi Porte interbloccate, Bussole antirapina, Portali di sicurezza)
  • Alto grado Antieffrazione (vedi Porte blindate, Vetrine blindate, Serrande di alta sicurezza)
  • Antiostaggio (vedi Bussole antirapina con unicità di passaggio)
  • Apertura ritardata dei mezzi Forti (vedi Sistemi Time Delay, ecc.)
  • Centralizzazione e controllo Serrature ad alta sicurezza (anche da remoto, a Km di distanza)