Rapina a Venezia, serve un "Security Manager"!

Spariscono gioielli al Palazzo Ducale, i sistemi di sicurezza sott'accusa


Rapina milionaria al Museo Ducale di Venezia: serve un Security Manager!

Colpo da vari professionisti quello che si è svolto lo scorso 3 gennaio al Palazzo Ducale di Venezia. Da una teca della mostra "Tesori dei Moghul e dei Maharaja" sono riusciti a trafugare alcuni gioielli (due orecchini e una spilla in diamanti, oro e platino) dal valore di "qualche milione di euro", pur non essendo tra i "pezzi forti" della collezione.

Ultimo giorno della mostra, l'allarme è scattato intorno alle 10 della mattina quando il responsabile della sicurezza ha notato la teca vuota. Allertata immediatamente la polizia, gli agenti hanno bloccato i visitatori presenti nell'edificio, ma i due ladri, seppure ripresi dalle telecamere di sicurezza, erano già riusciti a fuggire.

Secondo il questore di Venezia, Vito Gagliardi, non è ancora ben chiaro "cosa non ha funzionato". La teca sembra sia stata aperta molto facilmente e che l'allarme sia partito in ritardo: "Sicuramente abbiamo davanti dei professionisti abilissimi, riusciti nell'intento sebbene il Palazzo e le stanze fossero dotate di sistemi tecnologicamente avanzatissimi", ha aggiunto il questore.

Le indagini

I due ladri sono entrati confondendosi tra la folla dei primi visitatori della mattina. Il dato emerge dalle prime analisi delle videocamere di sicurezza che gli uomini della squadra mobile continuano a visionare. Per il furto la procura della Repubblica di Venezia ha aperto un fascicolo contro ignoti che è stato affidato al sostituto Raffaele Incardona.

A compiere materialmente il colpo sembra sia stato uno di due ladri, mentre il compare lo copriva. Quest'ultimi, o dei complici, hanno con ogni probabilità effettuato almeno un sopralluogo per pianificare il furto. Di più, secondo il questore Gagliardi avrebbero avuto una conoscenza tecnologica elevatissima, in qualche modo sarebbero riusciti a far sì che il sistema d'allarme scattasse quando oramai erano già lontani dalla sala dello Scrutinio. Inoltre: "Le teche dovevano essere inaccessibili, e proprio per questo dobbiamo capire i punti di debolezza per poter valutare come i ladri abbiano potuto commettere il furto“.

La mostra

Inaugurata a settembre 2018, raccoglieva 270 gemme e monili indiani dal XVI al XX secolo appartenenti alla collezione al Thani. Pietre preziose, antichi e leggendari gioielli, accanto a creazioni contemporanee, un viaggio attraverso cinque secoli di bellezza e maestria artigiana, dai discendenti di Gengis Khan e Tamerlano ai grandi Maharaja indiani che, nel XX secolo, commissionarono alle celebri maison europee gioielli di grande pregio.

Fonti: ANSA | LaRepubblica | VeneziaToday